Percorso
Lungo circa 6 km, si dirama dal piazzale di Forcella Mostaccin in direzione Cornuda, passando attorno al Col del Spin, ed è attrezzato di segnaletica a cura dell’Amministrazione Comunale di Maser, del WWF e della Regione Veneto.
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Interessantissimi gli spunti naturalistici, i paesaggi e le caratteristiche naturali.
E’ percorribile in 3-4 ore, e va da un’altitudine di 385 mt. della partenza ai 335 finali, con una punta di mt. 430.
Lungo circa 6 km, si dirama dal piazzale di Forcella Mostaccin in direzione Cornuda, passando attorno al Col del Spin, ed è attrezzato di segnaletica a cura dell’Amministrazione Comunale di Maser, del WWF e della Regione Veneto.
Consigliamo alcune alternative al percorso, adattabili alle diverse esigenze degli escursionisti:
Lungo tutto il percorso, i punti notevoli di osservazione naturalistica e paesaggistica sono in totale 17, e li troverete segnalati da appositi leggii informativi. Per visualizzare la descrizione dei punti cliccate sulla cartina in corrispondenza del punto desiderato.
Flora e fauna
Ovunque, la vegetazione è mista: dagli orti e dai vigneti delle pendici si passa a boschi di latifoglie composti di Faggi, di Carpini, di Roveri, Aceri e Robinie. Non mancano Larici, Castagni e Betulle. Sui versanti meridionali, quelli esposti al sole, e su parte delle sommità, si aprono vaste estensioni di prati aridi permanenti, illuminati, a seconda delle stagioni, dai colori dell’Erica carnea, della Primula vulgaris, della Pulsatilla montana e di moltissimi altri fiori, tra cui il raro Giglio martagone.
Sui versanti ombrosi, ammantati di Muschio ed Edera, ecco i Ciclamini e i Mughetti, le Rose di Natale (Helleborus niger), l’Anemone nemorosa, il Pungitopo e le Felci.
Tra gli arbusti, alla fine dell’inverno il Corniolo con i suoi fiori gialli illumina la macchia ancora brulla, e poi troviamo Noccioli, Ginepri, Rosa canina, Biancospino, Sambuco e Viburno.
Alla fine dell’estate qualche vecchia ceppaia si ricopre dei primi Chiodini, e non è raro scoprire anche qualche Porcino o qualche Ovolo buono e, in luoghi aridi ed erbosi, le Spugnole; tra i funghi velenosi, invece, troviamo il Falso Porcino (Boletus satanas), l’Amanita (Amanita phalloides) e il Falso Chiodino (Hypoloma fasciculare).
Anche la fauna è ricchissima, e con un po’ di attenzione sul sentiero potrete individuare le tracce di molti animali: impronte, tane, escrementi e nidi segnalano la presenza di molti mammiferi e mustelidi.
Durante il giorno è possibile scorgere i Caprioli al pascolo o che vanno ad abbeverarsi nelle pozze d’acqua dove vivono interessanti anfibi: un piccolo rospo chiamato Ululone dal ventre giallo, il Tritone crestato, molte Rane verdi, la Salamandra pezzata, quest’ultima di abitudini notturne. Qua e là si notano zone di terra e foglie mosse dai cinghiali alla ricerca di cibo.
Al crepuscolo il bosco si anima di Volpi, Lepri e Tassi per lasciar voce, nella notte, al canto del Gufo, della Civetta, del Barbagianni e dell’Allocco nonché alle scorrerie di Donnole, Puzzole, Ghiri e Faine. Una piacevole sorpresa è l’incontro con i simpatici Ricci e con gli Scoiattoli.
Gli uccelli sono una presenza costante, ed è possibile osservare molte specie, sia stanziali che migratorie. Pettirossi, Ghiandaie, Picchi rossi o verdi, Merli, Cinciallegre, Tortore, Verdoni, Codirossi, Rigogoli, Gazze, Cornacchie e Capinere, Tordi e Cuculi fanno a gara con il loro canto, e con un po’ di fortuna è possibile ammirare anche il volo di alcuni rapaci diurni: il Nibbio, l’Astore, la Poiana, il Gheppio e lo Sparviero nonché, verso Nord-Ovest, la possente Aquila reale, che nidifica sul Monte Grappa.
Tra gli Ofidi può capitare di incontrare il Colubro di Esculapio (Elaphe Longissima - Anda, in dialetto), lungo fino a due metri ma tranquillo e innocuo, il Biacco (Zamenis viridiflavus – Carbonazz), anch’esso innocuo e, se pur rara, la Vipera comune.
Numerosissimi sono gli insetti, e vi consigliamo di avere a portata di mano una lente d’ingrandimento per poter meglio apprezzare le loro attività e caratteristiche: farfalle, Coleotteri ed Imenotteri (tra cui api, bombi, vespe e calabroni) sono un’importante componente di questo ecosistema collinare.